Takahashia japonica - cocciniglia dai filamenti cotonosi
Si informa che, in alcune zone del territorio comunale, come in altri comuni lombardi, è stata segnalata la presenza della Takahashia japonica, una cocciniglia di origine asiatica che colpisce diverse specie arboree e arbustive (quali carpini, aceri, gelsi e liquidambar).
Ultima modifica 16 ottobre 2024
Si tratta di un insetto non pericoloso né per l’uomo né per gli animali ma è importante contenerne la diffusione per proteggere il patrimonio arboreo.
L’insetto è facilmente riconoscibile dai caratteristici ovisacchi dall’aspetto cotonoso, tubolari, formanti anelli lunghi da 4 a 5 cm di colore bianco.
Gli ovisacchi contengono le uova e sono generalmente attaccati, a diverse altezze, ai rami della pianta.
Al momento non esistono trattamenti chimici o biologici che garantiscano risultati certi in ambito urbano, come confermato e documentato ufficialmente dal Servizio Fitosanitario Regionale al seguente link :
https://fitosanitario.regione.lombardia.it/wps/portal/site/sfr/DettaglioRedazionale/organismi-nocivi/insetti-e-acari/red-takahashia-sfr
Gli uffici stanno seguendo la situazione e raccogliendo le segnalazioni. Per tranquillizzare e informare i cittadini sulla reale situazione a oggi, sono stati consultati diversi agronomi incaricati dall'Ente per un’attività di supporto tecnico specialistico agli uffici. Richiamando le indicazioni del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia, i professionisti ricordano:
• La Takahashia japonica, non determina allo stato attuale particolari danni alle piante colpite. Tuttavia, in alcune situazioni in cui le popolazioni della cocciniglia sono particolarmente elevate possono verificarsi disseccamenti rameali;
• Ad oggi il controllo della propagazione di questo insetto risulta essere difficile, in quanto è presente sul territorio da pochi anni e di conseguenza gli studi effettuati su di esso sono limitati; vi è una mancanza di insetticidi specifici e sono inoltre presenti dei limiti di utilizzo di questi ultimi in ambito urbano;
• La lotta deve essere effettuata contro le forme giovanili, ovvero le forme vulnerabili dell’insetto. Interventi insetticidi sugli ovisacchi non avrebbero alcun effetto.
Ne emerge che allo stato attuale non esistono dei metodi sicuri e certificati per debellare tale insetto. I casi pilota, sperimentati in alcuni comuni ad oggi non hanno ancora avuto un riconoscimento sulla reale azione risolutiva dell’agente patogeno.
L’unica possibilità di intervento è la rimozione dei rami.
Il Comune sta intervenendo nelle situazioni più gravi e si riserva la possibilità di effettuare un intervento straordinario di potature puntuali e rigenerative nel periodo invernale.
Si invitano anche i cittadini a controllare gli alberi nei propri giardini, al fine di contenerne la diffusione.